nuovi equilibri da credere

Parigi ancora



Il sangue sull'asfalto

contano ancora i morti

le urla si spengono

nel silenzio scomposto



vibrano le pietre

forti colpi d'aria

avvertono le  ossa

le bombe sono scese pesanti e veloci

nelle case dove erano i mitra e gli uomini in nero

non li sento i lamenti ancora


la barca si muove lenta sull'acqua

è buio intorno

questo nero che ci prende

opprime il cuore

lamenti di bimbi donne intessono canti

la preghiera cresce e solleva i nostri occhi al cielo


la città si scuote 

la paura  abita di nuovo qui

le parole si muovono veloci

a evitare pensieri di morte

si cercano i visi cari e si contano


è passato il rombo che ti prende

la polvere si unisce di nuovo alla terra

scopro nuovi contorni

rotti i sassi i legni

finestre aperte sul nulla

i lamenti crescono


nella notte si cercano luci

a indicare la meta

solo buio

un attimo una luce mi prende

ma è solo una sigaretta fumata

all'altro capo della barca

acqua che batte e sciaborda

e ancora vuoto dentro da vivere


la radio la televisione i telefoni

raccontano il film che abbiamo vissuto

la paura si spande

le barelle i camici bianchi

e la gente che parla che parla

e ancora parla   


Si muovono ora i corpi

le pietre cercano nuovi assetti

e rotolano

strisciano i pensieri sperduti

il dolore occupa la notte


come sarà la nuova terra ?

e gli uomini e il mio lavoro?

avrò amici con cui ridere e parlare

e una casa dove sentirmi sicuro ?


Il buio  prende spazio

uomini sperano …

la quiete della notte





Luce improvvisa





Questa luce improvvisa

da tono e dimensione

alle rose immerse nell’acqua


si sono aperti i bocci

a vita nuova

precaria

leggera

di un pallore delicato 


nuova bellezza

strappata al nulla

è un punto di vista altro

in questa nostra esistenza in corsa


la primavera cresce

negli spazi possibili e oltre

il mio pensare si adatta





l’acqua scorre sui sassi

l’onda è un andare senza tregua

che posso chiamare vita .


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La tua voce




La tua voce

le tue pause

i dubbi

il nostro parlarsi addosso

i gesti di una vita possibile

i pensieri oltre

e l’ansia che ci prende

in questo nostro essere

profughi per caso



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