Anno nuovo 2015
Ballare
girare muoversi
la musica non aspetta stasera
saltare intorno
fino a che ha fiato la notte
il cuore
rompe le paure dell'essere
e piedi gambe
braccia e polmoni
servono a prendere
il ritmo
di questo vivere
chiusi gli spazi a pensieri
diversi
la musica entra apre
confini ad altri
che vivono intorno
un sorriso nuovo
si accende
si lascia crescere la gioia
da dentro
sopita in questo andare
spento
per vivere un attimo pieno
Parigi Attentato Gennaio 2015
Vedo il sole sorgere
questo malessere mi prende
in un vivere
precario
di pensieri
stanno schiacciati a terra
i sogni di un tempo
stretti in un lavorare stanco
noi soli in una solitudine precaria
che può andare nel peggio
cartelli intorno
di una bellezza vuota
prendono
e ci portano in nessun luogo
reale
frustrazioni di una vita
che non accoglie
ma ci prende sballottati
in un autobus nell'ora di punta
spesso devo contarmi per sentire
se ho perso parti di me
desideri di altre cose che scaldano
e ansia
dubbi
possibilità improbabili si affacciano
ti incontri con altri inquilini
in questo condominio sconfinato
spesso sei di nuovo solo
le notti si allungano smisurate
fino a contenerti
tutto
in un fumetto pensato
da altri
è possibile
il gesto che ti sbatte fuori
da questo nulla gelatinoso
che ti fiacca
e il sangue degli altri ha solo
colore
lo spegnersi di una coscienza
non emette suoni
che ti strappano dentro
il resto intorno pulsa
ancora in un andare
ordinato
E' possibile sentirsi diversi
non inquadrati
illuminati
affascinati
ma i nostri gesti hanno peso
il nostro sangue
ha dolore
il nostro interno ha un peso
che ti schiaccia
A noi è chiesto
unirsi insieme
in queste città estranee
in silenzio
riprendere in mano la notte
guardandosi per scoprirsi
nuovamente simili
le fiammelle in mano
come sogni che ardono
verso l'alto
e pregare l'unico Dio per un domani
bello da vivere.
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Ti parlerò
Ti dirò del mio essere solo
di quello che mi fa felice
dell’alba che cresce nel bosco
di un fuoco che rompe la notte
del gatto che struscia ai miei piedi
Tra la sensazione di un vicolo di notte
ad un rumore improvviso
la paura del giorno dopo
e l’ansia del giorno prima
il vuoto del tuo esistere lontano
l’arsura che le parole non leniscono
i minuti che si spengono
e il pianto che si spezza in gola
ti parlerò dei minuti in cui volo sopra
e di quelli in cui striscio sotto
dei ghiaioni in cui scorre l’acqua
e di quelli in cui non muove nulla
della sensazione della tua mano assente
poi il tramonto mi prenderà
mi sedrò gli occhi lontani
e ti racconterò il resto del mio giorno
un tempo pieno
che allontana altro
io accolto
nel corridoio che avvolge la notte.
Il nostro essere anima
Noi
Siamo scommesse sospese
tra la necessità del vivere
consueto
e l’innato bisogno di proporre
cose diverse in questa terra
che ci contiene mai abbastanza
Immersi in quest’aria necessaria
cogliamo il volo degli uccelli
che ci lascia a terra
l’apprendere delle radici
in cerca
e lo scorrere dell’acqua
che trasporta in luoghi
nuovi.
Sentiamo sempre
una possibilità diversa
da indicare
che viene dal nostro vivere
unico di fratelli
in un Dio vivente
che ama il nostro essere
nuova creazione in corso.
Sono
Sono qui e in altri cento posti
connesso
il mio pensiero mi appartiene ancora?
Vaga in altri luoghi
avverto
altri uomini in cerca
sensazioni mi prendono
nuove
come quando sogno
sono al centro di me
gli altri intorno
i pensieri vibrano
mi sento pieno
di una luce nuova
una musica mi solleva
questa realtà virtuale
mi assorbe
e mi consuma
attimi pesanti
ma improvviso
tra cento e più amici
mi sento pesantemente solo.
La rete
La rete mi prende
come la mamma che
da piccolo mi accoglieva
tra le sue braccia
e il tempo scorreva altrove
mi prende
gli altri mi danno attenzione
ne ho bisogno
come l’aria che respiro
io posto le mie cose
i miei sogni
quello che credo la mia vita
entro nelle vite degli altri
nelle foto
nelle sensazioni
mi entrano dentro cose
tante
quanto posto ho dentro per accogliere
sono spugna che assorbe
emozioni
il tempo
qualche volta
mi manca per vivere
la mia vita
Rispondete
Questa rete
certe volte mi stringe
tra le sue maglie
non mi lascia andare
mi sento sconfitto
il mio pensiero cade a terra
dove sono gli altri che cerco?
Sconfitti anche loro
da questo bisogno di attenzione
che non si placa?
Dove sei Giulio ?
E Maria e Davide Filippo ?
Oggi non mi sento
la vita che ho addosso non va
non è il cappotto nuovo
che mi fa caldo
con cui mi sento bello
è la vecchia palandrana
che ho gettato da tempo
e mi faceva sentire uno schifo
Rispondete vi prego
non potete essere altrove
siamo amici
ho bisogno di sentirvi vicini
solo in mezzo a tanti altri
che si cercano e incontrano
solo con i miei dubbi
i bisogni
e le ansie
solo connesso
nell’aria
tra tanti fili e scatole con i tasti
che non hanno anima
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