Faro che fende la notte
La notte cambiava i pensieri
cedeva ai dubbi
ho contato i minuti
sperando di vedere l’alba
stupirmi di nuovo
l’ansia irrigidiva dentro
un corpo vuoto
che voleva essere altrove
senza rumore
senza respiro
senza dubbi
la paura piena
solo parente di un coraggio lontano
tiene fermi
io anni dopo
ancora a chiedermi
se sono vivo dentro.
Le rughe contano il tempo
che porti
incoscienti alla vita
che devi correre
lontani
chiusi in vuoti a perdere
non siamo
la speranza di uomini nuovi
né il dubbio di altri passati
minuti che pulsano
arsura dentro
per la carezza
che non so dare
e non riesco a chiederti.
non possiamo
essere solo
cipolle che friggono dentro
non siamo ali
ma piedi
non sogni
ma passi
speranza
che non si perde
al tramonto
giorno nuovo
che incombe
dubbi che fanno
percorso
occhi che cercano
e ancora freddo
che stringe
la solitudine
noi
faro che fende la notte
in un percorso possibile
Urna Nuncat
Non può essere
Non può
essere
solo battito d’ala
pasto per sopravvivere
dolore da sopportare
notte da dormire
giorno da correre
non è
tempo da occupare
gocce di pioggia
che ti scorrono addosso
non voglio che sia
solo
tramonto da guardare
fiume che scorre
seguendo l’argine
deve essere più
voglio
sia sogno
che mi fa correre
percorso che mi porta
amore che cresce
mentre sento
gli uomini e le cose che
mi scorrono intorno
avere accanto
chi mi fa sentire bello
spero
che il giorno prima
mi parli di quello in corso
e mi faccia immaginare
quello a venire
e poi riuscire a
chinarsi
e lasciarla
scorrere tra le dita
la terra
mentre ne ascolti l’odore
innamorato
la sento piena
questa vita
non qualcosa
che guardi indietro
e ti lascia vuoto
ma percorso che porta
con serenità
leggera in altro luogo
Voglio…
Voglio abbandonare gli spazi
I pensieri costanti
Il tempo a volte ci lascia liberi
ma siamo schermati da questo involucro ottuso
incardinato nel suo bisogno di sopravvivenza
voglio perdermi nel sole che si frantuma
in rivoli di luce
infiltrarmi tra i rami e le foglie del sottobosco
sentirmi parte dell’umido che cresce
come nebbia dal fondo
Sono aquila
le ali grandi spiegate tra i monti
guardo il mondo dall’alto
e aspiro il desiderio del giorno nuovo
mi perdo in questa visione
del possibile ai miei occhi
di cui non so fare sintesi
i colori e le forme lontane
sembrano cose diverse
dalla mia vita costante
sento il brivido che si cala dall’alto
sul mio essere uomo
sono acqua in spruzzi
che si perdono in voli imprevisti
su salti di sassi
seme che passa oltre
per giocarsi una possibilità nuova
germoglio
che rompe l’equilibrio della terra
per proporre un pensiero nuovo
o ancora altro
di questo possibile essere nuovo
che cresce dentro .
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