Voglio…
Voglio abbandonare gli spazi
I pensieri costanti
Il tempo a volte ci lascia liberi
schermati da questo involucro ottuso
incardinato nel suo bisogno di sopravvivenza
voglio perdermi nel sole che si frantuma
in rivoli di luce
infiltrarmi tra i rami e le foglie del sottobosco
sentirmi parte dell’umido che cresce
come nebbia dal fondo
sono aquila
le ali grandi spiegate tra i monti
guardo il mondo dall’alto
e aspiro il desiderio del giorno nuovo
mi perdo in questa visione
del possibile ai miei occhi
di cui non so fare sintesi
i colori e le forme lontane
sembrano cose diverse
dalla mia vita costante
sento il brivido che si cala dall’alto
sul mio essere uomo
sono acqua in spruzzi
che si perdono in voli imprevisti
su salti di sassi
seme che passa oltre
per giocarsi una possibilità nuova
sono germoglio
che rompe l’equilibrio della terra
per proporre un pensiero nuovo
o forse ancora altro
di questo possibile essere nuovo
che cresce dentro .
Noi siamo foglie
che segnano il vento
e cercano un attimo
direzioni inconsuete
a questo vivere che ci prende
un vivere
senza possibilità diversa
come portatori di interessi parziali
nel nostro essere comune
in uno stare senza tregua
ci inchioda la paura
di un essere necessario
contenitori di luce
offuscati dai dubbi
appariamo vetri opachi
che celano la speranza
siamo ricerca
inquietudine
in questo vivere insieme
e bisogno di pane
calore e sorrisi
la bottiglia sull'asfalto che segna
una notte passata
è possibile contenitore
di sensazioni
per me che vengo dall'ignoto
indiviso ?
Questo buio
di quiete e paura sopita che cresce
produce urla interiori che scuotono
dentro fino al panico totale
che fa un vortice con la speranza
del mio essere uomo con diritto al domani
e terra e pietre schiacciate da altri
ci accolgono
nell'ultimo volo cosciente
persi in un giallo e un rosso
che già avverte il gusto del grigio
secco che vince
il nostro essere materia in volo.
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